Mosca, rappresaglia a Kramatorsk per strage soldati russi a Makiivka: “Uccisi 600 militari ucraini”. Kiev smentisce: “Sciocchezze”
Il governo di Mosca sostiene che le truppe russe hanno condotto un “attacco di rappresaglia” nella città di Kramatorsk, in Ucraina orientale, attaccando due caserme militari, per vendicare la morte degli 89 soldati russi uccisi nei giorni scorsi a Makiivka. Secondo la nota diffusa dal ministero della Difesa russo, nel suo consueto briefing, nell’attacco alle truppe di Kiev di stanza nei due edifici “sono rimasti uccisi più di 600 militari ucraini”.
Lo afferma il ministero della Difesa russo, riporta “Ria Novosti”. Attacchi missilistici nella notte, un morto a Kharkiv. Mosca: “Razzi ucraini su due centrali elettriche in Donetsk, una vittima. Anche il sindaco della città che la Russia sostiene di aver preso di mira ha riferito che non è rimasto ucciso nessuno nell’attacco missilistico notturno
Gli ucraini hanno celebrato il Natale ortodosso sotto le bombe, molti nei rifugi, e in serata, a mezzanotte ora locale, la tregua unilaterale di 36 ore decisa dalla Russia è terminata, senza che di fatto le ostilità si fossero mai interrotte. Il cessate il fuoco, annunciato unilateralmente dalla Russia, è terminato alle 22:00 ora italiana, dopo che per tutti il giorno si erano rincorse critiche incrociate, dagli ucraini ai russi per non averlo rispettato, e da Mosca a Kiev per non aver aderito all’applicazione.
L’esercito russo ha bombardato la periferia di Zaporizhzhia, ha riferito il sindaco Anatoly Kurtev: “Le esplosioni che l’intera città ha sentito sono un’altra prova che la Russia è un paese senza onore e coscienza”. Missili d’artiglieria ucraini hanno colpito e danneggiato la centrale elettrica di Starobeshevskaya, nella regione di Donetsk, nel Donbass occupato dai russi, causando la morte di una donna