30 de Novembre de 2023 10:08

La battaglia di Bakhmut e gli scenari della guerra in Ucraina

Il conflitto si è trasformato in una guerra di attrito prolungata, su larga scala, ad alta intensità e multi-dominio – seppur con una connotazione prevalentemente terrestre

La guerra di attrito scaturita dal fallimento del ‘blitzkrieg’ russo in Ucraina va tragicamente avanti con quattro scenari di fronte a sé, alcuni più probabili di altri alla luce della battaglia di Bakhmut in corso ormai da mesi.

Fallito il tentativo russo di invadere l’Ucraina da nord, est e sud per prendere in primis Kyiv e possibilmente le altre principali città in poco tempo, il conflitto si è trasformato in una guerra di attrito prolungata, su larga scala, ad alta intensità e multi-dominio – seppur con una connotazione prevalentemente terrestre. Lo slancio offensivo russo è sostanzialmente terminato la scorsa estate con le ultime conquiste in Donbass, mentre le successive controffensive ucraine in autunno hanno liberato dagli occupanti russi ampie zone intorno a Lyman e Kherson.

Da ormai cinque mesi la battaglia infuria principalmente intorno alla cittadina di Bakhmut sotto attacco russo. La Russia vi ha infatti concentrato e perso una quantità senza precedenti di unità, per motivi sia militari che politici. Tra i primi, l’importanza del centro per aprire la strada a una successiva offensiva verso le città più importanti di Kramatorsk e Severodonestk. Tra i secondi, la lotta di potere moscovita tra le forze armate regolari e la compagnia di mercenari Wagner, con quest’ultima che ha puntato molto capitale politico-militare su un suo successo proprio a Bakhmut dove aveva fallito il ministero della Difesa russo.

L’Ucraina ha scelto di difendere strenuamente la cittadina del Donbass per motivi militari e politici. Il principale fattore di carattere operativo è il rapporto di perdite militari fortemente sfavorevole ai russi – si stima nell’ordine di 5 a 1 – dovuto a motivi tattici e operativi, compresa la stessa dottrina di impiego russa e la rivalità tra Wagner e unità regolari. Di fatto, tenere impegnate le forze di Mosca a Bakhmut ha significato privarle per mesi della capacità di sfondare il lungo fronte ucraino in altri punti. Inoltre, ciò ha permesso di guadagnare tempo fino all’arrivo di oltre 100 carri armati di fabbricazione occidentale donati principalmente da Canada, Danimarca, Francia, Germania, Olanda, Norvegia, Polonia, Regno Unito, Spagna, Stati Uniti. Alla ratio operativa se ne somma una politica e simbolica: l’eroica resistenza di Bakhmut, come quella di Mariupol nel 2022, ha sollevato il morale della popolazione ucraina che vede l’invasore russo fermato dai propri soldati per mesi e mesi rispetto ai piani di Mosca.

Volendo azzardare un paragone storico, Bakhmut – e prima Mariupol – sono state in un certo senso per l’Ucraina quello che furono le Termopili per le città greche di fronte all’invasione persiana: un’eroica resistenza di fronte a un nemico numericamente soverchiante che ha permesso al resto delle forze di prepararsi meglio alla difesa del proprio territorio. Anche se tra pochi giorni o settimane Bakhmut dovesse infine cadere in mano russa, si tratterebbe probabilmente di una vittoria di Pirro: l’eventuale conquista di poche decine di kilometri quadrati avrà infatti logorato così tanto le forze russe da rendere quasi impossibile una loro ulteriore offensiva nel Donbass o altrove.

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