L’attore e regista Marco Bocci, dall’11 maggio in sala con il nuovo film ‘La caccia’ che ha diretto, ha raccontato in un monologo a Le Iene le conseguenze della malattia che lo ha colpito alcuni anni fa.
“Quattro anni fa sono sopravvissuto a un virus raro. Mi ha colpito parte del cervello che governa la memoria e la parola. Per un po’ ho parlato una lingua tutta mia, incomprensibile agli altri. Ma se la capacità di parlare è tornata, la mia memoria e tanti ricordi, invece, sono spariti per sempre […] Oggi non riconosco i volti di amici, e può capitarmi anche di guardare un film per sei volte prima di accorgermi che l’avevo già visto. Vivo con Google Maps perché non ricordo le strade dei paesi attorno a dove sono cresciuto e ho dovuto imparare a fare il mio mestiere in un modo nuovo, studiando il doppio. Spesso mi sono sentito ignorante, limitato, danneggiato, perché i ricordi che ci portiamo dentro da una vita ci dicono ogni giorno chi siamo. E allora io, che tanti di quei ricordi non li ho più oppure li ho, ma corrotti, mischiati all’immaginazione, alla fantasia, chi sono veramente? Me lo sono chiesto spesso. Poi ho smesso di cercare e, anzi, mi piace immaginare che è stato quasi un colpo di fortuna, che nel mio passato ci fosse qualcosa che dovevo assolutamente dimenticare. Ormai ho imparato a vivere con questa seccatura che me ne approfitto e fingo per convenienza di non ricordare cose che ricordo benissimo. Ogni giorno rinasco come un uomo che lascia indietro qualche parte del suo passato per vivere il presente, un uomo nuovo. E anche se può sembrarvi strano, un uomo felice”.