Dall’appuntamento scientifico annuale più importante per la ricerca clinica sul cancro al seno, a San Antonio, negli Usa, arrivano notizie incoraggianti. Per le pazienti con un tumore avanzato particolarmente aggressivo (del tipo Her 2-positivo), un farmaco innovativo, trastuzumab deruxtecan, ha dimostrato di riuscire a rallentare la progressione della malattia con uno scarto di quasi due anni rispetto allo standard di cura T-DM1.
Non solo: anche la sopravvivenza globale è aumentata in modo statisticamente significativo: il 77,4% delle pazienti era vivo a due anni, rispetto al 69,9% delle pazienti trattate con T-DM1.
Il farmaco è un anticorpo coniugato: nasce dall’unione di un anticorpo monoclonale – trastuzumab – con il chemioterapico deruxtecan, particolarmente potente. Ogni molecola di trastuzumab lega a sé ben 8 molecole di deruxtecan. Il meccanismo con cui agisce, semplificando, è questo: trastuzumab riconosce e si lega ai recettori HER2 presenti sulla cellula tumorale e, a quel punto, rilascia all’interno di essa gli 8 “proiettili” (cioè molecole) del chemioterapico.