Naseri perse la documentazione che lo accreditava come rifugiato durante uno scalo a Parigi nel 1988, quindi non poté né proseguire il viaggio né lasciare l’aeroporto.
Il rifugiato iraniano Mehran Karimi Naseri, la cui storia di 18 anni intrappolata nell’aeroporto Charles de Gaulle di Parigi ha ispirato la sceneggiatura del film “The Terminal”, è morto all’aeroporto stesso.
Un portavoce dell’aeroporto ha confermato che Naseri è morto per cause naturali nel Terminal 2F, dove si è trasferito a metà settembre dopo aver vissuto per diversi anni in un residence e poi in un albergo.
Naseri perse la documentazione che lo accreditava come rifugiato durante uno scalo a Parigi nel 1988, quindi non poté né proseguire il viaggio né lasciare l’aeroporto e quindi risiedeva nel Terminal 1.
Dopo diversi anni di sforzi amministrativi, nel 1999 gli è stato concesso un visto francese, anche se ha continuato a vivere all’aeroporto, in una cabina sotto una scala mobile.
Nel 2004 la sua storia arriva sul grande schermo per mano di Steven Spielberg. Finalmente, nel 2006, ha lasciato l’aeroporto per visitare un ospedale, si è trasferito in una casa e, con i soldi che gli ha portato il film, si è trasferito in un albergo.
Successivamente è tornato all’aeroporto, dove ha visitato le strutture accompagnato da un carro su cui trasportava i suoi averi. Dopo la sua morte, i lavoratori aeroportuali hanno coperto il luogo in cui era solito sedersi con un lenzuolo bianco, secondo il quotidiano ‘Le Parisien’.