Non andrà in prigione perché, in quanto vicepresidente del Paese, gode dell’immunità fino alla fine del suo mandato nel dicembre 2023.
Martedì un tribunale argentino ha condannato la vicepresidente Cristina Fernández de Kirchner a sei anni di carcere e all’interdizione a vita dalle cariche pubbliche per corruzione.
Fernández era stata accusata di aver partecipato a un piano per frodare lo Stato attraverso la concessione di opere pubbliche nella provincia di Santa Cruz.
È stata assolta anche dal reato di associazione a delinquere, quindi la sentenza non è stata così ampia come previsto dai pubblici ministeri Diego Luciani e Sergio Mola, che avevano chiesto dodici anni di carcere.Il vicepresidente ha immediatamente reagito alla sentenza denunciandola come vittima di uno “Stato parallelo” e di “una mafia giudiziaria”.Oltre a Fernández, il Tribunal Oral Federal 2 ha condannato a sei anni di carcere anche l’imprenditore Lázaro Báez, la cui azienda, Austral Construcciones, ha ricevuto la cinquantina di progetti oggetto dell’inchiesta, e l’ex segretario alle Opere pubbliche, José López, che ha ricevuto la stessa condanna del vicepresidente.
Gli altri undici imputati hanno ricevuto pene detentive che vanno da tre anni e sei mesi a sei anni. Il tribunale ha anche ordinato la confisca di 84 miliardi di pesos argentini (circa 474.000 euro) dai condannati. I giudici hanno ora un periodo di 40 giorni lavorativi per rendere note le loro argomentazioni, anche se questo periodo potrebbe essere prolungato a causa dell’avvicinarsi delle festività natalizie.
In vista delle aspettative suscitate dalla lettura del verdetto, che è stata fatta in videoconferenza, è stata intensificata la sicurezza nei principali tribunali federali di Buenos Aires, che sono rimasti recintati dal giorno prima e circondati da una forte operazione di polizia.