L’atleta ha percorso 42 km e 195 sostenuto da tutto il pubblico. “Se fissi un obiettivo puoi raggiungerlo. E se dai tutto te stesso ma non ci riesci, ti sentirai lo stesso premiato”. A sei mesi di vita un’encefalite virale erpetica che gli ha causato la paralisi cerebrale, una lesione cerebrale che colpisce la mobilità e la postura limitandone le attività e i movimenti
Alex Roca Campillo ha compiuto un’impresa fino a pochi giorni fa impensabile. È riuscito a finire la Maratona di Barcellona, 42 chilometri e 195 metri, ma il numero che più stupisce è il 76. Cioè la percentuale di disabilità dovuta a una paralisi cerebrale, a seguito di una encefalite virale erpetica, che lo ha colpito nella mobilità e nella postura fin dall’infanzia. Non si è mai arreso Alex: è diventato il primo atleta al mondo a tagliare il traguardo nonostante queste difficoltà fisiche.
Lungo le strade di Barcellona tifosi, passanti e altri partecipanti alla corsa erano tutti per lui. “Vittoria! Vittoria! Vittoria!”, hanno gridato decine di persone che hanno accompagnato Campillo, 31 anni, all’arrivo dopo 5 ore 50 minuti e 51 secondi. Il cronometro è stato messo subito in tasca, a far capire la grandezza di quanto accaduto l’esultanza di Alex e il suo volto, affaticato ma felice. A sostenere Campillo in quest’avventura un team di specialisti che lo ha seguito lungo tutto il percorso, tra cui uno psicologo e un nutrizionista, visto che ha dovuto seguire una dieta speciale per la maratona. Alex non può parlare se non attraverso la lingua dei segni.