La tomografia sismica effettuata da Involcan e da altri due enti rivela che non ci sono indicazioni di un’eruzione a breve o medio termine a Tenerife.
La tomografia sismica realizzata dall’Istituto Vulcanologico delle Isole Canarie (Involcan) insieme all’Istituto Trofimuk di Geologia e Geofisica del Petrolio di Novosibirsk (Russia) e all’Università di Granada ha ritratto l’impianto vulcanico delle viscere di Tenerife.
Prima di questo studio, c’erano solo prove indirette della presenza di un serbatoio magmatico, spiega il ricercatore Luca D’Auria. Ora, questo lavoro “ha scoperto l’esistenza di un ‘cuore caldo’ situato sotto l’isola, costituito da rocce ad alta temperatura, che permette al magma di risalire molto lentamente sotto forma di bolle giganti, tecnicamente chiamate diapiri”, spiega il sismologo di Involcan e co-autore dello studio insieme a Ivan Koulakov.
Queste zone ad alta temperatura”, aggiunge, “permettono al magma di ristagnare per lunghi periodi di tempo all’interno della crosta dell’isola, raffreddandosi lentamente, rilasciando gas vulcanici ed evolvendo in un tipo di magma più esplosivo”.
Sebbene non sia stato possibile identificare il numero esatto di tali sacche sotto il Teide, D’Auria afferma di aver individuato aree con fluidi idrotermali (acqua calda, gas, vapore) e magma a profondità inferiori a 5 chilometri. “Tuttavia, studi precedenti basati sull’analisi della resistività elettrica delle rocce sembrano escludere la presenza di magma liquido. Molto probabilmente si tratta di antichi giacimenti ancora caldi, anche se già costituiti da rocce solide. A profondità superiori ai 10 chilometri, anche se non ci sono prove dirette, è possibile la presenza di sacche di magma”, afferma.