L’Alta Corte di Barcellona respinge il ricorso del giocatore, accusato di aver presumibilmente violentato una giovane donna in un nightclub di Barcellona.
L’Alta Corte di Barcellona ha respinto il ricorso della difesa di Dani Alves e il calciatore, in custodia cautelare senza cauzione dal 20 gennaio per il presunto stupro di una giovane donna nella discoteca Sutton il 30 dicembre, resterà in carcere in attesa del processo che stabilirà se ha commesso o meno il reato di cui è accusato.
Tra gli argomenti addotti dai magistrati per negare la liberazione provvisoria ad Alves c’è l’elevato rischio di fuga a causa della sua grande capacità finanziaria, che gli permetterebbe di lasciare la Spagna con un aereo privato in qualsiasi momento per sfuggire alla giustizia, e l’elevata pena che potrebbe essergli inflitta, tenendo conto dei gravi indizi di criminalità.
Un duro colpo per il calciatore – in detenzione preventiva da quando ha reso la sua prima dichiarazione davanti al giudice il 20 gennaio – a cui la sua difesa ha già reagito. Il suo avvocato, Cristóbal Martell, ha rilasciato una dichiarazione in cui sostiene che Alves “rimane innocente come lo era prima della sentenza” che ha respinto il suo ricorso per la scarcerazione e in cui ha negato la sua intenzione di fuggire: “Il suo desiderio di lasciare la Spagna e di eludere il processo era ed è inesistente”, sostiene.
Un breve comunicato in cui la squadra del calciatore ha bollato come “asimmetrica” la decisione della Corte d’Appello di Barcellona, affermando che “utilizza come prova le accuse fatte nel rapporto della polizia e, d’altra parte, gli elementi offerti dalla difesa sono rinviati al processo”.